Per il bodybuilder Marco Gobbi è arrivata l’ufficializzazione: qualificazione ai Campionati Mondiali di Bodybuilding 2025, in programma il 1° giugno a Rimini Wellness. E’ il meritato riconoscimento arrivato con anni di impegno e sacrifici per l’atleta di Santerno Ammonite in provincia di Ravenna, e dopo gli importanti piazzamenti già conquistati nelle competizioni internazionali dello scorso anno.

Fino al giorno della competizione per Marco Gobbi la vita proseguirà con il lavoro in palestra, a Ravenna, nella sua sala training dove la gente va esclusivamente per allenarsi e lui ci metterà la passione di sempre, con gli allenamenti e tutto il resto; la stessa vita che non gli ha risparmiato dolori e tristezza oggi gli regala una grande soddisfazione, sorrisi, speranze.

Marco, come ti senti dopo aver ottenuto questa qualificazione? I Campionati Mondiali sono un bel traguardo.

“E’ un’emozione unica. Dietro ci sono sacrifici, il lavoro di tanti anni. Era un sogno che avevo da bambino. Ripetevo sempre che volevo essere il più grosso, come i supereroi”.

Un anno fa diventi campione italiano di bodybuilding nella categoria dei +95kg scoppiando in lacrime. I giornali scrissero “da ex obeso a campione italiano di bodybuilding”

“Si, da bambino soffrivo di problemi di obesità, poi ero dislessico, a scuola facevo programma differenziato, questa cosa mi faceva soffrire molto. Durante l’adolescenza ho conosciuto l’anoressia. La palestra mi ha aiutato a uscire da tutto questo, è stata la mia salvezza”.

Infatti in una delle tante interviste tu hai detto “Il bodybuilding mi ha dato tanto, vorrei fosse come una storia d’amore e che durasse altri 20 Anni”

“Ho avuto tanti problemi nella mia infanzia, poi è arrivato il bodybuilding. Mi ha tolto da tante strade brutte, anche dalla vita notturna, mi ha dato un ordine. Mi ha preso per mano quando ero da solo”

Perché hai scelto proprio il bodybuilding?

“Perché è uno sport che fai se hai avuto una vita difficile. E’ molto schiavizzante, severo, duro. Quando soffri tanto dolore nella vita… il dolore è come la fame, non tutti la possono sopportare, mi serviva una attività che fosse severa con me. Ho giocato 10 anni a pallone ma non mi dava quella disciplina, quella rigidità comportamentale”.

Parliamo di questo sport. Da una indagine condotta su scala europea, risulta che gli abbonamenti in palestra sono passati da 56 a 63 milioni tra il 2021 e il 2022 per una percentuale complessiva di ricavi pari a +66% (28 miliardi di euro). Per quanto riguarda l’Italia l’ultimo dato del 2021 ci dice che ci sono oltre 5000 club e più di 5 milioni di iscritti. Pensi che questa tendenza continuerà o è solo un fenomeno del momento?

“Naturalmente mi auguro che continui ma mi piacerebbe vedere che ci fosse più gente che si allena per un obiettivo che per una foto da mettere sui social”.

Si registra in questi anni un altro fenomeno in questo settore. Quello dei personal trainer sui social: danno consigli, promuovono la propria attività, spesso sono anche in guerra tra loro. Secondo te questa modalità, e i social, fanno bene al vostro sport o lo danneggiano anche a causa delle tante voci spesso discordanti?

“Secondo me in Italia su questo siamo i peggiori. Il mondo lavorativo è bello perché vario, ogni persona è giusto che segua la persona che preferisce, che gli di più. Ma sicuramente chi in un anno cambia 10 personal trainer è stupido perché il lavoro merita un percorso, e il percorso una tempistica. I risultati non arrivano da un giorno all’altro”.

Chi è per te oggi il migliore atleta di body building?

“Tra gli italiani senz’altro Andrea Presti, tra gli internazionali mi piace Lee Priest”.

Poi c’è Mr. Olympia: Franco Columbu a parte, perché per gli italiani quel podio sembra un sogno impossibile?

“Perché lì sbatti contro dei mostri, hanno genetiche eccelse. Per noi la vedo difficile anche se ad Andrea Presti auguro di salire su quel podio”.

Da quando ti sei soffermato di più sulle gare?

“Da tre anni a questa parte, che sono gli anni in cui ho ottenuto più risultati fisici, da quando moriva mio padre e chiudevo una importante relazione che mi ha fatto soffrire molto, ma tutto questo mi ha aiutato anche a crescere molto come uomo, questa sofferenza è stata una spinta”.

Cosa ti aspetti da questo campionato mondiale?

“Di portare la migliore forma, di essere la versione migliore di me. Poi, come andrà…”

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